Inizio le pubblicazioni proponendo alcune piccole riflessioni sulla crisi in atto in Italia, crisi che negli ultimi anni è diventata uno degli argomenti di punta dell’informazione. Ogni giorno sentiamo qualcuno parlare di “crisi”: alla televisione, sul giornale, alla radio, dal panettiere e anche in chiesa.
Comunemente sentiamo parlare di crisi economica, finanziaria, climatica, idrica, energetica e alimentare, di governo e sociale; conosciamo purtroppo la crisi matrimoniale e dei valori, qualcuno soffre di crisi d’ansia e di pianto, subiamo la crisi della scuola, dell’università e delle istituzioni, e mentre quella del mercato editoriale è più sottile, quella della televisione è evidente a tutti. Esiste anche la “filosofia della crisi” e la “crisi della filosofia”, ma questa interessa a pochi.
Per tutti invece è normale parlare di crisi ed è diventata una parola tanto familiare e comune che per non pensarci, specie ora che è estate, decidiamo di partire e andare in ferie, spegnendo la tv e comprando giornali “leggeri”, dimenticandocene almeno per una settimana. Ma lei ci aspetta sulla porta di casa, o nella cassetta delle lettere…
Riflessioni sulla crisi: alcune definizioni
Cliccando su Wikipedia ho trovato che il termine “crisi” significa “cambiamento traumatico o stressante per un individuo”, ma anche “situazione sociale instabile e pericolosa”.
Nel linguaggio economico il termine indica propriamente il passaggio rapido dalla prosperità alla depressione. Mentre, umanamente parlando, “andare in crisi” equivale a dire “non so più dove sbattere la testa”, o “mi trovo in un momento di empasse e non riesco a vederne la soluzione”.
Unendo le due cose con un indebito passaggio logico si può dire una cosa che ha del vero, e cioè che la crisi che stiamo vivendo oggi è ansiogena perché mina la nostra esistenza, le nostre abitudini e i nostri progetti a causa di fattori molto pratici come la diminuzione della capacità di acquisto, l’aumento dei prezzi e la crescita del tasso di disoccupazione.
Nell’era di internet, dove ad ogni domanda c’è almeno una risposta, e dove basta inserire una parola per aprire un mondo e trovare variegati spunti di riflessione sulla crisi, Wikipedia ci spiega che “la crisi economica del 2008-2013 ha avuto avvio in tutto il mondo in seguito ad una crisi di natura finanziaria originatasi negli Stati Uniti …” e che i principali fattori sono stati e sono ancora gli alti prezzi del petrolio e delle altre materie prime, la crisi alimentare mondiale, un’elevata inflazione globale e la crisi creditizia, seguita da una recessione e da una grave crisi industriale. Tutto questo ha portato a quella che viene considerata come “una delle peggiori crisi economiche della storia, seconda solo alla Grande depressione iniziata nel 1929”.
E noi, che lo vogliamo o no, consapevoli o meno, ci siamo dentro.
Chi vuole può addentrarsi in analisi quanto più dettagliate e sottili, ripercorrendo come salmoni il percorso che ci ha portati fino a qui. Ed è giusto cercare di capire quello che è successo, perché il mercato mondiale ci interessa molto più di quello che crediamo, anche se non è l’argomento principale dei nostri discorsi quotidiani, o lo è meno della spesa da fare, dei prezzi del supermercato, delle bollette da pagare, della scuola dei figli, di cosa fare nel tempo libero.
Il perché di questo blog
Ma dopo aver investito qualche ora del mio tempo in queste riflessioni sulla crisi a cercare le cause di questa situazione ho capito che dobbiamo prepararci quanto prima a trovare soluzioni e che ci serve un “piano anti-crisi”. Che non significa risolvere il problema mondiale, ma solamente (e scusate se è poco) quello contingente della nostra vita di tutti i giorni, diciamo pure “familiare”.
Se mi passate il gioco di parole, “di fronte alle crisi non possiamo andare in crisi” e nemmeno far finta che essa non ci sia andando avanti per la nostra strada. Dobbiamo invece mettere in atto una serie di provvedimenti per far si che siamo noi a “gestire – in qualche modo – la crisi”.
Ecco spiegato il senso del mio blog: condividere strategie atte ad affrontare questo momento di crisi, senza la falsa speranza, ahimè, che prima o poi tutto tornerà come prima, ma adeguando il nostro stile di vita alle esigenze del “qui e adesso”. “Chi non si adegua si estingue – diceva il mio professore di filosofia – come i dinosauri”, o finisce sotto una montagna di debiti, diremo oggi!
Recuperiamo e riappropriamoci allora del significato originario di “Crisi”, che in greco significa “scelta, decisione”; “se non scegli – diceva qualcuno – un altro sceglierà al posto tuo”. Noi vogliamo scegliere la cosa migliore da fare ogni giorno, imparando a mettere in atto alcuni accorgimenti che ci rendono la vita se non più facile, almeno più serena.