l fatto che un prestito possa essere concesso dalla banca o dalla finanziaria dipende dall’esito di ammissibilità della richiesta di prestito, basata su una serie di parametri reddituali e sulle informazioni presenti nelle banche dati rischio interbancarie.
Dopo la presentazione della richiesta di prestito e della documentazione, la banca o la società finanziaria valutano la pratica. Oggi la valutazione della fattibilità dell’operazione avviene utilizzando software di scoring automatico, che prendendo spunto da dati statistici valutano le informazioni fornite dal cliente (reddito, altre rate di prestiti, informazioni anagrafiche e personali) e quelle attinte dalle banche dati interbancarie (come CRIF, dove vengono registrati e condivisi tra le banche informazioni relative al mancato o ritardato pagamento delle rate e dove quindi sono segnalati i cattivi pagatori) e da altre banche dati (come il Cerved, per verificare protesti e pregiudizievoli).
Risulta essere il sistema di scoring automatico a decidere se una richiesta di prestito può essere accolta o deve essere declinata.
Discorso simile per i mutui.
Dopo avere raccolto i documenti tecnici e i documenti di reddito e aver formalizzato la richiesta di mutuo, la banca inizia la valutazione della richiesta di mutuo.
Il primo controllo riguarda l’assenza di protesti, pignoramenti, fallimenti, ritardi nei pagamenti di altri prestiti (interrogando i dati presenti nelle banche dati interbancarie come CRIF). Superata questa prima fase, si considera il reddito netto mensile del richiedente, al netto di oneri ricorrenti come rate di prestiti già in essere, con la rata mensile di mutuo. In linea di massima, la rata mensile del mutuo non deve essere maggiore del 35%-40% del reddito netto affinchè il mutuo sia ammissibile. Quindi, se il richiedente ha un reddito netto mensile medio di 2.000 euro, la rata non deve essere superiore di 2.000 x 40% = 800 euro.
Molto interessante.