Risulta essere positivo il trend per le figure commerciali e, in particolare, per gli export manager. Una tendenza che dovrebbe proseguire. Le maggiori possibilità di impiego nei settori degli autotrasporti e delle spedizioni. Compito dell’export manager è occuparsi dello sviluppo, dal punto di vista della strategia commerciale, delle vendite dell’azienda nei paesi esteri in cui la stessa è presente con una propria rete di vendita o in cui prevede di crearla. Si tratta di un’attività affascinante e nello stesso tempo estremamente impegnativa. Spesso rappresenta per l’azienda “la marcia in più” per affrontare i mercati. Una delle sue principali caratteristiche è quella di richiedere doti di leader e molta diplomazia sia con i clienti esterni sia con i clienti interni o fornitori, in quanto deve saper gestire situazioni complesse e conflitti tra i vari settori aziendali. Tra le altre sue caratteristiche da non sottovalutare quindi la flessibilità, necessaria per poter affrontare le più differenti situazioni e con i più diversi approcci commerciali; la disponibilità ad imparare poiché il volume di informazioni necessarie e la dinamicità dell’economia esigono dall’export manager un costante aggiornamento; infine, per svolgere al meglio il ruolo, è importante anche la creatività perché questa figura non deve soltanto vendere ma molte volte creare anche delle opportunità di affari.
Una professione globale
La figura di export manager è ampia e travalica il concetto di sola vendita all’estero. Risponde , infatti, all’esigenza di affiancare le strategie di inserimento di tipo commerciale e esportativo nei mercati esteri con iniziative di maggiore consolidamento della presenza in loco, operando inoltre in più mercati con un approccio “globale” che miri a creare legami strategici ed operativi tra le operazioni realizzate nei diversi mercati. Secondo Gianluca Gioia, Managing partner della società di consulenza Mcs, “il mercato ha invertito la tendenza negativa verso le nuove assunzioni da circa cinque mesi, ma la situazione generale è ancora instabile a causa del forte indebitamento aziendale generalizzato e di alcuni settori ancora in crisi. In questo momento c’è una buona richiesta di figure commerciali, sia per l’Italia che per l’estero. Probabilmente nel 2011 continuerà questa tendenza, tipica delle situazioni di ripartenza”. Professione di accesso per i giovani laureati, soprattutto in economia e lingue straniere. Occorrono competenze economiche e attitudini commerciali, ma anche grande padronanza delle lingue straniere e una buona predisposizione a spostarsi e a viaggiare spesso. Le competenze e le qualità personali ricercate nei candidati”, prosegue Gioia, “sono soprattutto flessibilità e umiltà. Le aziende hanno necessità di avere in casa risorse che sappiano adattarsi a mercati in notevole cambiamento e capaci di reagire in tempi rapidi alle richieste che arrivano dal mercato. Indispensabile una ottima conoscenza della lingua inglese, idealmente supportata da una seconda lingua. Autonomia e capacità di lettura delle realtà in cui si opera. Non solo saper vendere, ma saper guidare l’azienda e le strutture di marketing nella giusta direzione, cogliendo i segnali del mercato e dando ad essi una chiave di lettura corretta, che possa portare ad anticipare i competitor.
L’export area manager nella moda
La nuova stagione della moda punta su questi professionisti che possono consentire alle aziende italiane di guardare ai mercati internazionali, a fronte di consumi interni ormai stagnanti da anni. La domanda proveniente da paesi-chiave per il made in Italy come gli Stati Uniti e la Germania è tornata a essere sostenuta e negli ultimi mesi si è rafforzata e a questi si affiancano le economie emergenti di Russia e Brasile, che vedono nei prodotti italiani un sinonimo di qualità. “L’export area manager è una figura professionale operativa che porta l’azienda a diretto contatto con il mercato”, spiega Luigi Castellani, Partner e fondatore della società di ricerca e selezione Suitex. “E’ anche una professione di accesso per i giovani laureati”, prosegue Castellani, “e la laurea privilegiata è quella in economia, seguita dalle lingue straniere. Questo perché, accanto alle competenze economiche e alle attitudini commerciali, la professione richiede padronanza degli idiomi tipici dei paesi di sbocco”.
Da autotrasporti e spedizioni la maggior richiesta
La maggior richiesta in ambito export proviene soprattutto dai settori dell’autotrasporto e delle spedizioni merci e gomma plastica. Il candidato ideale”, spiega Barbara Bruno, Responsabile nazionale di servizio di Gi Group, “è sveglio, curioso, volenteroso, disponibile a iniziare con attività segretariali per capire l’attività del reparto e poter dare un supporto. Ovviamente è necessaria un’ottima padronanza della lingua inglese e di una seconda lingua. E’ gradita la conoscenza delle diverse normative che regolano le spedizioni, la capacità di operare in contesti internazionali, doti di leadership, di comunicazione e predisposizione alle relazioni interpersonali, disponibilità a frequenti trasferte. L’offerta economica e contrattuale è commisurata alle reali competenze; ad oggi Gi Group ha inserito in questi settori risorse in stage con scopo assunzione con rimborso spese medio di 800 euro”.