Se pensate di potervela cavare solamente leggiucchiando le offerte di lavoro pubblicate su quotidiani, scorrendo quelle affisse presso le bacheche dei centri per l’impiego, inviando per posta o tramite mail il vostro curriculum, inserendo il vostro profilo nella sezione “Lavora con noi” dei siti web aziendali vi sbagliate di grosso. Una ricerca del lavoro efficace e fruttuosa oggi passa (e sempre più passerà) anche attraverso nuovi canali. Proviamo a familiarizzare con alcuni di questi.
Social network, blog e community
Certamente tra i nuovi canali il podio è occupato dal web e, attenzione, non è tanto questione di erecruitment ovvero di cercare lavoro tramite portali quali AlmaLaurea, CambioLavoro, Monster o tramite i siti delle agenzie per la somministrazione del lavoro (le ex interinali per intenderci) quali Adecco, Randstand, Trenkwalder, Manpower o, ancora, di inserire il proprio curriculum nei database aziendali disponibili on line. Questa è ormai la prassi. Le nuove parole d’ordine sono blog, community, social network: è qui che è possibile mettersi in mostra, rendere accessibile, in modo rapido e immediato, il proprio profilo ed è qui che i selezionatori (soprattutto quelli che operano in determinati settori: web marketing, new media, broadcasting, ITC) cercano i nuovi talenti e informazioni sui candidati.
LinkedIn ad esempio, dovrebbe essere un termine e un canale operativo attraverso il quale fare ricerca attiva del lavoro ormai familiare. Che cos’è? È un network in cui è possibile registrare il proprio profilo professionale, cercare vecchi contatti e stabilirne di nuovi, trovare offerte e opportunità lavorative rispondendo alle ricerche di candidati inseriti dai datori di lavoro o “sfruttando” il network che man mano ci si sta creando (chi è in cerca di lavoro può infatti leggere i profili dei reclutatori e scoprire se tra i propri contatti c’è qualcuno in grado si favorire il primo contatto). Ad oggi LinkedIn conta più di 30 milioni di utenti tra America del Nord, Asia e Europa con un incremento di iscritti vertiginoso (secondo Wikipedia, ben 100.000 a settimana). Negli Usa, secondo uno studio realizzato dalla società di selezione del personale Robert Half International, il 62% delle aziende assume nuovi collaboratori ricorrendo proprio a social network quali LinkedIn e similari: Viadeo, Xing, ClaimID, Naymz, Plaxo etc. Cambiano le interfacce e le vesti grafiche ma la premessa è la stessa: la visibilità on line del proprio profilo favorisce lo scambio di idee, informazioni e contatti lavorativi. Le reti sociali virtuali (e a queste possiamo aggiungere Facebook, Sonico etc.) e le community hanno così sempre più peso nell’offrire nuove opportunità.
Un suggerimento? Attenzione all’immagine che di voi passa attraverso il web perché anche questa contribuisce alla vostra reputazione. Pensate se vi candidaste ad una posizione nel mondo tanto ambito del web marketing e della comunicazione tramite i nuovi media e compariste on line come redattori di un blog sciatto, poco aggiornato, mal fatto o come moderatori di un forum dove volano commenti e parole pesanti. Non proprio un buon biglietto da visita!.
Il Career day
Altro nuovo canale è quello della Virtual Fair. La logica è la stessa dei Career day tradizionali, la differenza è che tutto si svolge on line supportato da webcam e Skype. Un job placement virtuale che è ormai un canale consolidato all’estero e che sta mettendo radici anche in Italia.
A parte questi eventi singoli molte aziende hanno comunque introdotto il recruiting virtuale nelle prassi ordinarie di ricerca e selezione del personale. Accade tipicamente nelle multinazionali, magari con casa madre in USA, e nelle società ITC: muniti di pc, videocamera, cuffie e microfono è possibile accedere a colloqui conoscitivi che garantiscono l’ottimizzazione dei tempi e la riduzione dei costi. I processi di screening e-recruitment dei giovani laureati vengono così svolti in modo veloce e poco oneroso permettendo di investire maggiori risorse sulla fase più delicata e impegnativa di approfondimento della conoscenza del candidato, svolta attraverso colloqui in presenza e assessment center strutturati.
Il passaparola
Dopo questa rapida carrellata sul web, sui social network, sulle Virtual Fair, sul recruitment tramite skype e webcam può far sorridere concludere discutendo di passaparola ma questo canale, così assolutamente tradizionale e “antico” funziona eccome! Non stiamo parlando di raccomandazioni ma di segnalazioni di cui veniamo a conoscenza tramite amici, parenti, familiari. Non è così raro che raccontando di come si stia cercando lavoro, al nostro interlocutore venga in mente un’azienda da segnalarci, un contatto diretto da sfruttare, un’opportunità da cogliere.
Capita che i neolaureati si concentrino sulle grandi aziende, sulle multinazionali, così distanti da noi (anche fisicamente, soprattutto se si vive in provincia), trascurando le piccole e medie imprese che, in realtà, rappresentano il nostro tessuto economico molto più delle prime, e fanno i luoghi in cui viviamo, sono parte della loro storia e contribuiscono a darne il volto. È anche su queste che bisogna impostare la propria ricerca del lavoro, da qui e dalle preziose segnalazioni e spunti e soluzioni che tutti attorno a noi possono, consapevolmente o meno, darci se solo prestiamo loro attenzione.